Attenti al Fuoco di Paglia

06.02.2013 18:59

 

Abbiamo ricevuto alcune richieste a riguardo delle affermazioni fatte da mons. Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia sulle gravissime prese di posizione da parte della Francia e via, via, posizioni che prenderanno tutti gli Stati Europei a riguardo dell'equiparazione dei "matrimoni omosessuali".

In un breve giro di consultazioni avevamo deciso, in un primo momento, di non entrare in questi argomenti giacché non sono materia prettamente ecclesiale quanto piuttosto delle scelte da parte degli Stati che ci tengono a restare lontani dalla Chiesa e vogliono restare nel mondo lontano da Dio, anzi, spesso mettendosi proprio contro Cristo.

Tuttavia, vista la voce ufficiale che si è elevata e che ha gettato scompiglio; vista la situazione di confusione che c'è nella Chiesa; visto che alla fine è materia dottrinale anche la morale, l'etica, gli stili di vita, abbiamo deciso di dedicare non tanto un articolo, ma di testimoniare la nostra presa di posizione, dissociandoci dal pensiero espresso da mons. Paglia, unendoci in totos alle riflessioni sagge di Riccardo Cascioli da "La nuova Bussola Quotidiana"

Invitiamo tutti i lettori a prendere conoscenza di questo articolo cliccando qui.

Dal canto nostro invitiamo e sollecitiamo, in quella correzione fraterna, mons. Vincenzo Paglia a non rilasciare in futuro dichiarazioni a braccio che rischiano di impegnare tutto il mondo Cattolico. Non è corretto quando queste dichiarazioni non sono frutto dell'insegnamento della Chiesa e portano a pensare diversamente dalla Dottrina, noi non ci riconosciamo nelle sue dichiarazioni.

Vogliamo ricordare a mons. Paglia e a voi Lettori, che esiste un Documento  del 2003 chiaro e firmato allora sia da Giovanni Paolo II quanto dal Pontefice Benedetto XVI quando era allora, cardinale Ratzinger, Prefetto per la CdF:

CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE
CONSIDERAZIONI CIRCA I PROGETTI DI RICONOSCIMENTO LEGALE
DELLE UNIONI TRA PERSONE OMOSESSUALI

 

Riportiamo solo alcune parti:

- L'insegnamento della Chiesa sul matrimonio e sulla complementarità dei sessi ripropone una verità evidenziata dalla retta ragione e riconosciuta come tale da tutte le grandi culture del mondo. Il matrimonio non è una qualsiasi unione tra persone umane. Esso è stato fondato dal Creatore, con una sua natura, proprietà essenziali e finalità.(3) Nessuna ideologia può cancellare dallo spirito umano la certezza secondo la quale esiste matrimonio soltanto tra due persone di sesso diverso, che per mezzo della reciproca donazione personale, loro propria ed esclusiva, tendono alla comunione delle loro persone. In tal modo si perfezionano a vicenda, per collaborare con Dio alla generazione e alla educazione di nuove vite.

- Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia. Il matrimonio è santo, mentre le relazioni omosessuali contrastano con la legge morale naturale. Gli atti omosessuali, infatti, « precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun modo possono essere approvati ».

- Secondo l'insegnamento della Chiesa, nondimeno, gli uomini e le donne con tendenze omosessuali « devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione ».(7) Tali persone inoltre sono chiamate come gli altri cristiani a vivere la castità.(8) Ma l'inclinazione omosessuale è « oggettivamente disordinata »(9) e le pratiche omosessuali « sono peccati gravemente contrari alla castità  ».

- Il Documento smentisce le affermazioni pretese da mons. Paglia:

A sostegno della legalizzazione delle unioni omosessuali non può essere invocato il principio del rispetto e della non discriminazione di ogni persona. Una distinzione tra persone oppure la negazione di un riconoscimento o di una prestazione sociale non sono infatti accettabili solo se sono contrarie alla giustizia.(16) Non attribuire lo statuto sociale e giuridico di matrimonio a forme di vita che non sono né possono essere matrimoniali non si oppone alla giustizia, ma, al contrario, è da essa richiesto. (...) Neppure il principio della giusta autonomia personale può essere ragionevolmente invocato. Una cosa è che i singoli cittadini possano svolgere liberamente attività per le quali nutrono interesse e che tali attività rientrino genericamente nei comuni diritti civili di libertà, e un'altra ben diversa è che attività che non rappresentano un significativo e positivo contributo per lo sviluppo della persona e della società possano ricevere dallo Stato un riconoscimento legale specifico e qualificato. Le unioni omosessuali non svolgono neppure in senso analogico remoto i compiti per i quali il matrimonio e la famiglia meritano un riconoscimento specifico e qualificato. Ci sono invece buone ragioni per affermare che tali unioni sono nocive per il retto sviluppo della società umana, soprattutto se aumentasse la loro incidenza effettiva sul tessuto sociale.

- Se tutti i fedeli sono tenuti ad opporsi al riconoscimento legale delle unioni omosessuali, i politici cattolici lo sono in particolare, nella linea della responsabilità che è loro propria. In presenza di progetti di legge favorevoli alle unioni omosessuali, sono da tener presenti le seguenti indicazioni etiche.
Nel caso in cui si proponga per la prima volta all'Assemblea legislativa un progetto di legge favorevole al riconoscimento legale delle unioni omosessuali, il parlamentare cattolico ha il dovere morale di esprimere chiaramente e pubblicamente il suo disaccordo e votare contro il progetto di legge. Concedere il suffragio del proprio voto ad un testo legislativo così nocivo per il bene comune della società è un atto gravemente immorale.

- Conclusione, dice il Documento:

La Chiesa insegna che il rispetto verso le persone omosessuali non può portare in nessun modo all'approvazione del comportamento omosessuale oppure al riconoscimento legale delle unioni omosessuali. Il bene comune esige che le leggi riconoscano, favoriscano e proteggano l'unione matrimoniale come base della famiglia, cellula primaria della società. Riconoscere legalmente le unioni omosessuali oppure equipararle al matrimonio, significherebbe non soltanto approvare un comportamento deviante, con la conseguenza di renderlo un modello nella società attuale, ma anche offuscare valori fondamentali che appartengono al patrimonio comune dell'umanità. La Chiesa non può non difendere tali valori, per il bene degli uomini e di tutta la società.

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Non abbiamo altro da aggiungere se non che ricordare a questi Vescovi la posizione chiara della Chiesa e che non possono parlare a nome di Essa quando impongono e avanzano con le loro opinioni personali, imponendo un potere "clericale" - di pensiero eretico - che è stato sempre condannato da tutti i Santi.

 

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