Libro degli ospiti

R: Confessione e obbedenza al sacerdote

Data: 22.01.2013 | Autore: LDCaterina63 - Dorotea

Vorrei contribuire alle forti domande sopra esposte e all'articolo del blog, con questa breve citazione ;-)
dal 27 Gennaio 2005 Udienza di Giovanni PaoloII
Il Signore ascolta la preghiera dell’umile
"...colui che è piccolo e misero può tornare alla pace, al riposo, come dice il Salmo (cfr Sal 114,7) e come commenta lo stesso Origene: «Quando si dice: "Ritorna al tuo riposo", è segno che prima aveva il riposo, e poi l’ha perduto... Dio ci ha creati buoni e ci ha fatti arbitri delle nostre decisioni, e ci ha messi tutti nel paradiso, insieme con Adamo.
Ma poiché, per nostra libera decisione, siamo precipitati da quella beatitudine, finendo in questa valle di lacrime, per questo il giusto esorta la propria anima a ritornare là di dov’è caduta...
"Ritorna, anima mia, al tuo riposo: perché il Signore ti ha beneficato".
Se tu, anima ritorni al paradiso, non è perché ne sia degna, ma perché è opera della misericordia di Dio.
Se sei uscita dal paradiso, è stato per tua colpa; invece il farvi ritorno è opera della misericordia del Signore.
Diciamo anche noi alla nostra anima: "Ritorna al tuo riposo". Il nostro riposo è Cristo, nostro Dio»
(Origene-Gerolamo, 74 Omelie sul libro dei Salmi, Milano 1993, pp. 409.412-413).

Dobbiamo ricordare questo a noi stessi e ai Sacerdoti.... ;-)

ateo in cerca della verità (2)

Data: 20.01.2013 | Autore: Giancarlo

Sono sempre il Giancarlo di sotto.
Volevo sapere come la pensate su Enzo Bianchi. Io sono stato anche a Bose per cercare questa verità e sono stato a diversi incontri presieduti da lui ed ho letto due libri. Debbo dire che ne sono uscito più confuso di prima. Il suo cristianesimo sembra poter fare a meno della Chiesa, a quanto pare basta modellarsi un dio sui principi del cristianesimo ed ognuno di noi potrebbe diventare monaco senza l'ausilio della Chiesa, mi sbaglio? Se non mi sbaglio perchè i vescovi lo appoggiano e fanno a gara per averlo nelle diocesi?

R: ateo in cerca della verità (2)

Data: 20.01.2013 | Autore: Lo Staff del Blog

Caro Giancarlo, qui lei sfonda una porta aperta!
Non ci occupiamo personalmente di Enzo Bianchi perchè non è parte del Clero Cattolico, non è la voce della Chiesa nè quella dei vescovi, e non riconosciamo il suo ruolo di monaco dal momento che nessun Vescovo gli ha imposto le mani nè lo ha elevato a tale occupazione. Il sostegno che egli riceve è di stampo ecumenico, quindi di un cristianesimo fuori della Chiesa, separato, e che pretenderebbe un riconoscimento che ufficialmente non è mai avvenuto, mentre ahinoi, come da lei rilevato, lo ottiene dai singoli Vescovi incapaci, probabilmente, di parlare di Dio e della Sua Dottrina evangelica.
Ma se le cose stanno così, perchè Enzo Bianchi viene cortegiato?
La cortigianeria, caro Gianluca, è un altro dei malanni nella Chiesa!
Fa parte, probabilmente degli "scandali necessari" per i quali Nostro Signore ci mise in guardia.
Inoltre è da considerare che la Chiesa non ha mai rigettato la discussione, dobbiamo considerare legittime, nella Chiesa cattolica le «divergenze» teologiche, ricordando però che le obiezioni devono essere espresse internamente, non pubblicamente, per «stimolare il magistero» a formulare meglio i suoi insegnamenti. E non devono dunque mai prendere la forma di un «magistero parallelo».....
Purtroppo, a queste precisazioni formulate dall' arcivescovo Di Noia, vicepresidente di Ecclesia Dei, è da aggiungere che i Vescovi fanno orecchie da mercante, vuoi per dolo o per ignoranza, dando origine così a ciò che lei ragionevolmente definisce confusione.
Enzo Bianchi è un pessimo maestro, e non è un autentico cattolico. Se vuole saperne di più ci sono due siti che ne parlano con dovizia di particolari:
1. https://bosecuriose.it/
2. https://www.papalepapale.com/develop/casa-di-tolleranza-religiosa-bose-non-quante-fedi-ci-son-sotto-lo-stesso-cielo-ma-quale-dio-ce-sopra-2-parte/
Nessun Vescovo può imporre ai Cattolici di ascoltare o seguire il signor Enzo Bianchi, raccomandiamo per tanto di usare il Catechismo della Chiesa interpretato ed insegnato dal Pontefice in ogni tempo, quale riscontro delle baggianate e spesso anche delle eresie pronunciate da questo signore.

Un ateo in cerca della verità

Data: 15.01.2013 | Autore: Giancarlo

Salve! Con l'oggetto che descrive la mia ricerca non voglio dire di essere proprio non credente, sono stato battezzato da bambino ho fatto anche il chirichetto e i sacarmenti e pure la cresima, poi mi sono stufato di questi gruppi parrocchiali e tante altre storie, e poi da adulto, ho 26 anni, mi sono ritrovato non credente ma non so dire, cioè, ammiro molto la vostra fede, posso anche capire le vostre battaglie, ma come si fa a credere oggi ad un dio che vuole davvero quello che il papa dice sull'etica e sulla morale? Non voglio fare l'irriverente, ma non riesco a trovare un prete che mi aiuti a capire, mi manca davvero qualcosa che sia credibile. Spero possiate dirmi qualcosa di utile alla mia ricerca. Grazie comunque, mi siete simpatici.

R: Un ateo in cerca della verità

Data: 15.01.2013 | Autore: Lo Staff del Blog

Gentile Giancarlo,
nel suo breve messaggio troviamo molti argomenti diversi e ricchi spunti per futuri articoli, perciò nel ringraziarla della sua simpatia, la invitiamo a seguire la lettura del Blog.
In questo breve spazio vediamo di darle un aiuto più diretto.
Lei espone non uno, ma mille problemi, in più ciò che chiede non deve chiederlo a noi, ma a quel Dio (la preghiamo di iniziare la sua ricerca nello scrivere in maiuscolo quando si parla di Lui) che a quanto pare e nonostante il suo abbandono, continua a chiamarla. E' opera Sua quel "non so chè" che lei avverte, non abbandoni anche questo.
Come si fa a credere oggi? Spiegarlo non è difficile, la difficoltà sta nella applicazione. Vede, nei Dieci Comandamenti lei trova un Dio che parla e che ci ha affidato in queste Dieci Parole la chiave per regolamentare le nostre vite e vivere davvero in una società felice e ordinata. Se lei va da un medico il quale le da una cura per una patologia specifica, lei seguirà la cura per guarire o ignorando la prescrizione metterà a rischio la sua vita?
La vita morale e spirituale vanno di pari passo, sono come i due binari sui quali viaggia il treno, in questo caso il nostro corpo, se lei togliesse uno dei due binari, anche l'altro verrebbe meno.
Poi faccia attenzione a come esprimere la sua ricerca: non è Dio che vuole quello che il Papa dice, ma è l'esatto contrario è il Papa che deve obbedire a quello che Dio ha comandato!
Comprendiamo piuttosto il suo dolore nel non riuscire a trovare un sacerdote capace di aiutarlo, tuttavia la invitiamo a fare anche lei uno sforzo facendosi aiutare sia dalla preghiera quanto dall'umiltà. Umiltà nell'accontentarsi di fare intanto piccoli passi e non pretendere tutto e subito, per esempio. Oppure usare più spesso il confessionale. San Francesco d'Assisi prima di diventare ciò per cui lo conosciamo, ha passato due anni ad attendere le istruzioni da Gesù ed ogni giorno andava davanti al Crocefisso a chiedere: "Signore, cosa vuoi che io faccia?"
Se il Signore ancora non le risponde, è perchè forse lei non è ancora pronto per ricevere la chiarezza dottrinale, ma da come dimostra il suo messaggio la sua fede è ancora viva e accesa, non faccia spegnere questa fiammella, la curi, la coltivi con la preghiera, con la pazienza, con la fiducia.
Se lo riterrà opportuno, continui ad usare questo spazio per esprimere una domanda alla volta, di cosa la turba e la inquieta, ma non disdegni di recarsi dal suo sacerdote più vicino a lei ed intraprendere con lui un sereno colloquio dottrinale, riprenda la Confessione e i Sacramenti, si nutri dell'Eucaristia. Se non parte dalla radice non ci sarà possibile aiutarla perchè la nostra fede cattolica è credibile proprio a partire dalla preghiera e dal Culto, senza questi la dottrina perderebbe il suo senso e non sarebbe ne più ne meno di un libro di leggi, ben fatto si, ma privo di Vita vera.
Con la speranza di averla aiutata almeno in parte e scusandoci per la lunghezza della risposta, la ricordiamo nelle nostre di preghiere affidandola soprattutto alla Vergine Santa.
C'è una bella e semplice devozione detta delle Tre Ave Maria al giorno, la trovi in rete non è difficile, la usi a questo scopo, chieda a Maria Santissima di aiutarla a capire la sua strada, vedrà che non resterà deluso, dovrà solo pazientare ed essere perseverante.
Unisca sempre alle sue ricerche e domande la preghiera, non separi mai i due binari.
Cordiali saluti,
Lo Staff del Blog.

R: R: Un ateo in cerca della verità

Data: 17.01.2013 | Autore: Giancarlo

Convengo che la risposta che mi avete dato non poteva essere altrimenti, di questo vi sono grato, ma resta il fatto che non so proprio come uscirne fuori!! Va bene che questo non dipende ne da voi, ne dal papa e neppure da Dio, ma dipende da me, io questo l'ho capito, ma come faccio? Non lo so se siete dei religiosi o consacrati o come si dice, ma io che vivo nel mondo circondato di cultura mondana e di palliativi che comunque soddisfano anche le mie ore di svago, come si fa a restare fedeli ai dieci comandamenti, alla morale che Dio vuole e a tutto il resto? Scusate è più di una domanda, ma alla fine è sempre uno solo il problema, come si fa a vivere questa fede austera? Grazie.

R: R: R: Un ateo in cerca della verità

Data: 17.01.2013 | Autore: Lo Staff del Blog

Caro Giancarlo, siamo dei laici che vivono nel mondo come lei, ci sono anche persone sposate e con prole, per questo abbiamo ritenuto aprire questo Blog cercando, nei limiti del possibile, di aiutare non solo lei e quanti si pongono queste ed altre domande, ma aiutare anche noi stessi a dare testimonianza della fede che ci è stata donata, liberandola da tanti luoghi comuni e dalle infiltrazioni di poteri umani e profani.
Quindi abbiamo tutti questi limiti, ma abbiamo anche questa fede della quale dare testimonianza. Rifletta su questo: è meglio vivere da schiavi nel mondo, oppure è meglio vivere da uomini liberi che fanno dei Dieci Comandamenti uno stile di vita che da la vera felicità e procura la beatitudine eterna?
Che cosa intende per austerità? E' naturale che se per lei la Legge di Dio è una schiavitù, la vedrà come una austerità negativa; se invece si sforzerà di vedere in questa la sua piena di libertà di aderire ad una felicità eterna, la sua prospettiva cambierà in positivo.
E' necessario che lei legga i Dieci Comandamenti non come un "NO" alla sua libertà, ma come un "Si" alla sua liberazione dalle schiavitù terrene. Le pare che un Dio che ci ha tanto amati da morire sulla Croce possa darci una Legge castrante e di schiavitù per la nostra libertà vera?
Si liberi da ogni concezione errata assunta fino ad oggi, conversione vuol dire cambiare totalmente strada, riscriva le sue cognizioni sulla fede attraverso l'insegnamento dei Santi, abbandoni davvero il pensare del mondo, riscopra come pensava Maria Santissima che meditava gli avvenimenti del Figlio custodendoli nel proprio cuore. Il difficile parte proprio da qui: a chi dobbiamo dare ascolto? Chi sono i nostri maestri? Riscopra il Vangelo non con le interpretazioni soggettive moderniste e di questo tempo, lo riscopra con la lettura dei Santi, nessuno meglio di loro ha saputo indicarci questa via. Non dimentichi, infine, che come diciamo nella Salve Regina, noi siamo in una valle di lacrime. Vogliamo agire come gli incoscienti Pinocchio e Lucignolo che lasciano la scuola per andare nel paese dei balocchi convinti di trovare l'eterna felicità? Non c'è altra via che il Calvario per raggiungere l'eterna beatitudine. Su questa via cadremo non una, non due, non tre volte, ma anche dieci o mille, non importa, l'importante è prendere questa via e restarci, fino al Golgota, fino alla Croce. Diversamente ci trasformeremo lentamente in ciuchini che invece di raggiungere la felicità agognata, dovranno restare schiavi di una felicità falsa. deprimente e distruttiva.
Restiamo con affetto nella preghiera a sua disposizione, invitandola a riflettere seriamente sul senso della conversione e sulla scelta dei veri Maestri di vita.
Lo Staff del Blog.

Una domanda sul termine clericale

Data: 11.01.2013 | Autore: Stella Francetti

Ciao a tutti. Trovando interessante gli articoli del blog volevo chiedervi di spiegarmi la differenza fra i termini clero e il termine presbitero. Quale è meglio usare fra i due? E il termine clero è abusivo? Sono cresciuta in una famiglia evangelica pentecostale, ho 28 anni e da due anni sono rientrata in comunione con la Chiesa cattolica di Roma ma ho ancora molti dubbi da risolvere. I vostri articoli mi stanno aiutando molto, ma vorrei capire perchè il papa allora usa il termine clericali e voi ne parlate come di un potere che i protestanti hanno sempre condannato?
Grazie per la risposta.

R: Una domanda sul termine clericale

Data: 11.01.2013 | Autore: Lo Staff del Blog

Gentile Stella la ringraziamo per la sua domanda che suscita in noi una profonda gratitudine per l'attenzione posta allo scopo del Blog. Nel rispondere a lei siamo certi di fare cosa gradita all'ospite che ci ha posto lo stesso quesito il 4 gennaio, postato sotto.
Il termine "Clero" che viene dal greco Kleros e che segnifica, dalla radice -Kla -"rompere,spezzare" e "porzione ereditaria", la troviamo usata per "divisione di campi fatta dal condottiero di una colonia o di un paese conquistato, ed in Callimaco più genericamente lo troviamo per sottolineare il senso di terra o paese ove s'è fissata una nazione".
Questa la citazione tratta dall'etimologia del termine.
Come vediamo non ha nulla da vedere con il Vangelo. Lo troviamo invece in una similitudine dei Leviti quando, esclusi dalla spartizione della terra di Canaan fra le tribù d'Israele, ebbero tuttavia l'eredità tramandata dell'ufficio sacerdotale, da qui il termine stesso "casta sacerdotale" perchè il sacerdozio lo si tramandava da parte di padre.
Esiste anche uno studio che racconta come i primi cristiani della chiesa greca chiamassero KLEROS il ceto incaricato del governo della comunità ritenuti "eletti", ossia chiamati, ad imitazione dei magistrati civili per mantenere l'ordine nella comunità.
Infine esiste il testo più antico ed importante attraverso il quale si parla ufficialmente della differenza fra "chierici e laici", ed è il testo di Tertulliano del III secolo. Da qui l'uso entrato nella Chiesa del termine "Chierico".
Il termine Prete viene da Presbitero (qui si allaccia al termine presbiterio, la zona alta della navata centrale in cima alla Chiesa nella quale si celebra il Divino Ufficio della Messa) e proviene dal termine "anziani" usato nelle lettere apostoliche del Nuovo Testamento.
Prete infatti significa: "il più vecchio, il più provetto di età ". Fin dal primo secolo venne ad indicare colui che, inviato dagli apostoli ma non vescovo-anziano (=vigilante-sentinella) associato al collegio, esercitava la funzione di ministro della religione in assenza degli Apostoli nelle comunità. Dopo la Pentecoste infatti, capi delle comunità cristiane erano messi quegli anziani che meglio avevano appreso dagli Apostoli le regole della fede cristiana e quindi davano un senso di affidabilità e credibilità per mantenere un certo ordine religioso-dottrinale.
Una prova inconfutabile la troviamo nella famosa Lettera ai Corinti di Papa Clemente, prima dell'anno 100 nella quale si sottolinea l'importanza della obbedienza dei fedeli ai presbiteri "inviati dai vescovi", e ai presbiteri raccomanda l'obbedienza ai vescovi e l'unità dottrinale.
Possiamo dire tranquillamente che nei primi secoli i due termini convivessero in modo pacifico, ma è nel "presbiterato" che la Chiesa consegna il mandato, l'Ordine Sacro (il primo è il diaconato) e mentre il presbitero-prete sottolinea il mandato ad esercitare il proprio ministero sacro, con il termine clero si è rimasti ad indicare l'appartenenza ad un gruppo che esercita un ruolo differente da quello dei laici.
Da qui si comprende la differenza con i sacerdoti ordinati all'interno delle comunità monastiche e degli Ordini religiosi come i francescani, carmelitani, domenicani, ecc... questi non sono parte del "clero" con il quale si fa distinzione tra i presbiteri operativi in diocesi alle dipendenze dirette del vescovo e i religiosi-sacerdoti che restando indipendenti nelle loro comunità, prestano fedeltà alla Chiesa e sono messi a servizio del vescovo del luogo ove risiedono.
Provenendo lei dal mondo protestante saprà bene che dopo l'avvento di Costantino e con il Sacro Romano Impero il termine Clero assumerà un potere temporale che laddove per certi aspetti fu tuttavia legittimo e necessario, per altri aspetti dette origine a quel famoso "potere clericale" che fu sempre una spina al fianco della Chiesa stessa.
Non è questo lo spazio adatto per affondare nell'argomento, ma le assicuriamo un articolo più dettagliato appena ciò sarà possibile.
Qui possiamo concludere che l'uso dei due termini: Clero e Prete sono legittimi, ciò che dobbiamo distinguere è il potere sacro e il potere clericale-profano (la rincorsa al potere, alla carriera, agli abusi di potere, ecc...) come è stato spiegato nell'articolo con lo stesso titolo che invitiamo ad approfondire.
Cordiali saluti,
lo Staff del Blog.

R: R: Una domanda sul termine clericale

Data: 15.01.2013 | Autore: Stella

Vi ringrazio per la sufficiente risposta, continuerò a leggere gli articoli. Condivido quello che avete spiegato.

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