Le Ceneri la Quaresima

15.02.2013 09:22

 

Le Ceneri Memento Homo...

 

L'imposizione delle Ceneri quale oggi si pratica, è l'estensione e trasposizione di una antica penitenza pubblica che ritroviamo nelle pagine dell'Antico Testamento e sempre mantenuta dalla Chiesa fin dai primi secoli.

Ciò che riguardava, all'inizio, solo una categoria di persone fedeli, ha finito per diventare, in modo attenuato, un monito applicato a tutti senza distinzione e senza eccezione, dal Papa ai Vescovi, Sacerdoti, Religiosi/e e Laici.

La Chiesa inizia la Quaresima, tempo di penitenza e conversione, a cominciare dal Pontefice che ne da l'esempio, quell'esempio che tutti i fedeli sono invitati a seguire.

Le Ceneri rammentano la nostra condizione mortale e ci richiamano alla sola cosa che di più conta: convertirsi e credere al Vangelo perché il nostro corpo che viene dalla polvere, polvere ritornerà e solo l'anima resisterà nel tempo e nell'eternità, per questo vale la pena di usare questo Tempo per purificarla e santificarla, in modo da rivedere nel futuro beato i nostri corpi trasformati, risuscitati nella gloria.

Oggi assistiamo ad una esorcizzazione della penitenza, ad un rifiuto di vederci lì, polvere e cenere, giacenti in una bara, e per questo si esorcizza una inutile paura pur di nascondere la realtà degli eventi. E allora si fa baldoria, si cerca di vivere "pienamente" nella sfrenatezza e nella dissoluzione, si preferisce non credere pur di non affrontare la realtà; si preferisce rischiare l'Inferno.

In questo giorno la Chiesa ci rammenta che per quanto sia importante l'espiazione, più ancora è la Misericordia di Dio che siamo invitati ad incontrare e a desiderare.

E' necessaria la penitenza non perché Dio ha bisogno delle nostre afflizioni, ma piuttosto perché è attraverso la penitenza che noi, polvere e cenere, possiamo davvero toccare con mano l'esistenza di un Anima da salvare.

Memento homo, qua pulvis es, et in pùlverem revertéris:

Ricordati, o uomo, che sei polvere e in polvere ritornerai.

 

"Immutémur hàbitu, in cinere et cilicio: ieiunemus, et plorémus ante Dominum: quia multum misericors est dimitte peccata nostra Deus noster. / Mutiamo condotta, copriamoci di cenere e di cilicio; digiuniamo e preghiamo dinanzi al Signore perché il nostro Dio è tutto misericordia nel perdonarci" (Gioe.2,13)

 

Responsorio - dalla Messa nella forma Straordinaria

Emenedemus in melius, quae ignoranter peccavimus: ne subito praeoccupati die mortis, quaeramus spatium paenitentiae, et invenire non possimus.

Attende Domine, et miserere: quia peccavimus tibi.

Adiuva nos, Desu salutaris noster: et propter honorem nominus tui, Domine, libera nos.

Attende Domine, et miserere.

(Ripariamo al male commesso nella nostra ignoranza affinchè, colti all'improvviso dal giorno di morte, non cerchiamo inutilmente il tempo di pentirci e non ci sia possibile trovarlo.

Volgi il Tuo sguardo su di noi, Signore, e usa pietà perché peccammo contro di Te.

Aiutaci o Dio della nostra salvezza, e per l'onore del Tuo nome liberaci, o Signore!)

 

Vogliamo anche ricordare che il "grande digiuno" in questi Quaranta giorni non è invenzione della Chiesa. Questo tempo e questo modo di viverlo fu inaugurato proprio dalla legge e dai Profeti e venne consacrato dal Cristo stesso il quale disse per altro: «Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno, senza che tutto sia compiuto.

Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli». (Mt.5,17-19)

 

Così spiega l'Imitazione di Cristo:

"Si sente dire da più parti quanto sia gravosa l’osservanza della legge di Mosè. Vorrei forse dire che la grande oppressione che si sente nell’osservare i dieci comandamenti è pari alla non conoscenza di Cristo nostro Signore.

Dove non vige l’amore, tutto diventa un peso. Dove ci si adopera solo per un senso del dovere, la più piccola fatica sembra un macigno sulle spalle.

Così è e cosi sarà spiritualmente in futuro per tutti coloro che sopporteranno la Legge. "In verità Io Vi dico: i giusti per legge gemeranno e digrigneranno i denti; ma il Signore siederà a tavola nelle case dei peccatori e li guarirà e li accoglierà come Suoi figli. I perduti Io li cercherò, i malati, i duramente imprigionati e i tormentati Io li guarirò, salverò e libererò; ma i giusti della Legge dovranno andarsene dalla Mia casa ingiustificati!"

L’esattore delle tasse e il peccatore li esalterà nella Sua Casa; ma il giusto lo caricherà di un pesante fardello davanti ad Esso nella Sua casa; una prostituta potrà cospargerGli d’unguento e la colpa di un’adultera vuole scriverla nella sabbia, e i peccatori Lo potranno toccare.

Dio ha dato la Legge, però non per essere compresa con l’intelletto mondano, bensì con il cuore. E Mosè stesso ha collocato l’intera Legge nell’amore a Dio. La Legge è bensì rimasta, ma l’amore si è spento già da molto tempo. Una Legge però, in cui non c’è più amore, non giova a nulla, e colui che la osserva senza amore, è un morto schiavo della stessa.

Tutto ciò che noi vediamo nella terra e nel cielo sta sotto la legge immutabile del “devi”.

Anche l’uomo deve subire questa rigida ed immutabile Legge, ma solo per il suo corpo; infatti il corpo dell’uomo, per quanto riguarda la sua forma, la crescita e la ingegnosa disposizione organica, come la durata della vita nella carne, viene diretto dall’onnipotenza di Dio e perciò Dio può anche guarire istantaneamente qualsiasi corpo ammalato, mediante la Potenza della Sua Volontà divina.

Con l’anima libera dell’uomo, invece, l’onnipotenza di Dio non può imporsi. Perciò anche le regole di comportamento che Dio ha dato agli uomini per le loro anime non sottostanno al “devi”, ma perlopiù al “dovresti”. Ecco la differenza tra coloro che vedono il “dovere” nella legge, e coloro che se ne addossano il peso solo con l’amore!

Noi abbiamo ricevuto le Leggi da Dio senza il “devi”, e le possiamo osservare se lo vogliamo.

L’amore di Cristo ridona l’amore alla Legge data tramite Mosè che le era stata tolta nel tempo. Fino ad allora si prendeva la Legge troppo alla lettera e si puniva con uguale severità anche coloro che spesso molto più casualmente che in seguito alla loro cattiva volontà avevano causato al loro vicino l’uno o l’altro danno.

Coloro che traviseranno i precetti di Dio, che sono “consigli” all’anima per ottenere il Regno di Dio, avrà ben da fare per gustare le maggiori beatitudini nel Regno dei Cieli!".

Santa Quaresima a tutti.

 

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