Omosessualismo ieri ed oggi nella Scrittura e nel mondo

07.09.2013 11:41

 

Omosessualità oggi e nell'antichità e la Scrittura

 

Ci è giunta, fra le tante, una email interessante che useremo come articolo. Ringraziando la persona che ha contribuito così a questo approfondimento, assicuriamo anche di dare spazio ad altre email più interessanti (che stiamo valutando e rispondendo) e di santo contributo nel dibattito delle vicende quotidiane.

Messaggio:

Buonasera. Vorrei un vostro parere su un'argomentazione che usano molti sostenitori dell'omosessualità (anche cattolici):

ai tempi di San Paolo non si conosceva l'omosessualità come la conosciamo oggi. In termini più specifici, si sostiene che all'epoca l'omosessualità era vista come un comportamento deviante di maschi eterosessuali (arsenokoitai) che esercitavano una sorta di dominio su persone sottomesse, spesso giovanissimi (malakòi).

Non si aveva, in altre parole, la consapevolezza che l'omosessualità non è una perversione demoniaca o patologica, che l' omosessuale è semplicemente una persona che segue il suo naturale orientamento sessuale, ed è capace di rapporti affettivi sereni e duraturi al pari di un eterosessuale. A parere di queste persone, le Sacre Scritture non fanno testo quando condannano l'omosessualità perché sono frutto di una visione del fenomeno ormai superata e smentita dalle moderne evidenze psichiatriche e socio-antropologiche.

In altre parole, secondo loro, lo stesso San Paolo avrebbe avuto un opinione diversa sull'omosessualità se fosse vissuto oggi. E, in sostanza, il motivo per cui alcune chiese protestanti, come i Valdesi, hanno ritenuto ammissibile il matrimonio gay.

Comunque, sono certo che conoscete queste posizioni molto meglio di me, e volevo sapere come rispondete a queste argomentazioni e se conoscete qualche libro in cui questo problema viene affrontato in modo specifico, soprattutto dal punto di vista filologico. E un interrogativo che, da cattolico, mi turba non poco, perché mette in seria discussione un insegnamento bimillenario e secondo me rischia di compromettere la credibilità della Chiesa Cattolica come depositaria della Verità. Cordiali saluti  ........

 

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Sia lodato Gesù Cristo.

Risponde alla sua email lo Staff

Gentile Lettore, la ringraziamo sentitamente per la sua email e cercheremo di risponderle in modo semplice.

Partiamo da una premessa fondamentale.

La Sacra Scrittura è parola d Dio, non un testo scientifico bensì, possiamo dire, antropologico, di quell'umanesimo unico di cui Dio, incarnandosi e assumendolo in Sè nel prodigioso Concepimento, lo ha rigenerato riportandolo allo scopo originario della sua creazione dopo che il Peccato Originale ne aveva deturpato l'immagine e il percorso. Tutto ciò che non è conforme a questo scopo è definito, dalla Scrittura, peccato e a cominciare proprio dal Peccato Originale.

Noi siamo dunque fatti ad immagine del Dio Incarnato, la nostra umanità è stata così ricapitolata in Cristo, rigenerata, e perciò redenta e non ci risulta che Nostro Signore abbia vissuto per legittimare l'omosessualismo ed ogni altra deviazione antropologica.

Un accenno di queste deviazioni antropologiche per le quali, ad esempio, l'uomo separava ciò che Dio aveva unito per mezzo dell'unione sponsale fra l'uomo e la donna, lo troviamo in Matteo 19.

Gesù non lascia dubbi e specifica che a causa della durezza dei cuori Mosè fu costretto a prendere dei provvedimenti drastici, il ripudio della donna, ma specifica Gesù, al principio non fu così.

Gesù viene dunque per riportare le cose alla loro origine, viene a "portare a compimento" (Mt.5,17), viene  a ristabilire l'ordine che in questo specifico tema come in altri riassume quel  Sacramento del matrimonio attraverso il quale "l'uomo non osi separare ciò che Dio ha unito".

I discepoli avevano compreso bene la portata del compimento tanto da fare una battuta: "se le cose stanno così allora è meglio non sposarsi" - dicono - e Gesù, per nulla colpito da imbarazzo alcuno non risponde che avevano capito male, ma conclude portando come nuova scelta (ad una chiamata per operare nella vigna) il celibato per il regno dei cieli.

Nostro Signore comprende la difficoltà dell'argomento e per questo conclude "non tutti però lo comprendono, chi può capire, capisca".

Siamo perciò di fronte a ben due vocazioni di "matrimonio" che ha due Sacramenti ben definiti: il matrimonio, unione sponsale aperto alla vita fra l'uomo e la donna, collaboratori di Dio nel dare origine a nuove vite umane; e il celibato per il regno dei cieli (l'Ordine Sacro che infatti è stato rigettato dai protestanti), un matrimonio mistico, sponsale con la Chiesa che rende padri e madri spirituali come spiegherà più volte San Paolo.

Nella scelta dei candidati per l'episcopato, ha così ricordato Papa Francesco nel Discorso ai Rappresentanti Pontifici, i Nunzi apostolici del 21.6.2013:

"Voi conoscete la celebre espressione che indica un criterio fondamentale nella scelta di chi deve governare: si sanctus est oret pro nobis, si doctus est doceat nos, si prudens est regat nos - se è Santo preghi per noi, se è dotto ci insegni, se è prudente ci governi. .... E che siano sposi di una Chiesa, senza essere in costante ricerca di un’altra...."

Quindi la Sacra Scrittura non tratta certamente dell'omosessualità in quanto terzo sesso o a riguardo dei diritti i quali sono spesso soggettivi e partono comunque prima dalla realizzazione dei doveri, ma parte principalmente dalla creazione dell'uomo e della donna, del loro processo antropologico, del loro ruolo nel mondo, dello scopo della loro esistenza ed unione e del fine ultimo.

La Sacra Scrittura parte dai doveri dell'uomo e della donna in funzione della loro esistenza. Tutto ciò che si estranea da questo scopo, da questo ruolo, è trattato in termini di deviazione, futilità, vanità, decadenza, disordine, peccato.

 

Fatte queste premesse è assurdo pretendere di attribuire alla Scrittura, anche a riguardo dell'omosessualità, un riferimento "superato" dalle mode del momento.

La Sacra Scrittura infatti è intramontabile, non contiene errori e non si contraddice mai, non per nulla diciamo: è parola di Dio. Quindi la Parola di Dio non si contraddice e non viene mai superata da alcun ragionamento umano.

A tale riguardo ben ammonisce proprio l'apostolo Pietro nella sua seconda Lettera al cap. 3,15-16 quando mette in guardia da coloro che travisavano le Lettere di Paolo interpretandole a proprio piacimento: " In esse ci sono alcune cose difficili da comprendere e gli ignoranti e gli instabili le travisano, al pari delle altre Scritture, per loro propria rovina."

Quindi le Lettere di Paolo "al pari delle altre Scritture" necessitano dell'interpretazione ufficiale della Chiesa e il loro valore pedagogico, filosofico, antropologico, dottrinale, catechetico, dogmatico, sociale e culturale è per sempre, è valido ieri, oggi e sempre così come il Cristo, Verbo-Parola incarnata è ieri, oggi e sempre.

Spiegava infatti il Venerabile Pio XII ai Giuristi Cattolici:

"Per ciò che riguarda il campo religioso e morale, egli (il giurista cattolico) domanderà anche il giudizio della Chiesa.

Da parte della quale in tali questioni decisive, che toccano la vita internazionale, è competente in ultima istanza soltanto Colui a cui Cristo ha affidato la guida di tutta la Chiesa, il Romano Pontefice...."

Che cosa dice il Romano Pontefice a riguardo?

Il Documento che raccoglie tutto l'insegnamento della Chiesa in materia è questo:

"Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legali delle unioni tra persone omosessuali".

Come abbiamo accennato sopra il problema non è quello di trovare nella Scrittura Sacra l'argomento che parli dei diritti delle persone omosessuali: primo perché non vi troveremo affatto nulla che appoggi e sostenga i loro diritti pretestuosi in quel divenire "coppie sponsali";  secondo perché tutta la Scrittura è incentrata in quel frutto che scaturisce dall'unione fra un uomo e una donna.

Trattare l'argomento esclusivamente sulla sodomia rischia di far perdere il punto di vista autentico della Scrittura la quale non fa particolarismi fra ciò che è disordine e peccato, ma tutto tratta alla luce di ciò che vuole Dio da noi (Antico Testamento) e di ciò che Dio ci promette se assecondiamo il Suo Progetto (Nuovo Testamento).

Dice il Documento:

"L'insegnamento della Chiesa sul matrimonio e sulla complementarità dei sessi ripropone una verità evidenziata dalla retta ragione e riconosciuta come tale da tutte le grandi culture del mondo. Il matrimonio non è una qualsiasi unione tra persone umane. Esso è stato fondato dal Creatore, con una sua natura, proprietà essenziali e finalità. Nessuna ideologia può cancellare dallo spirito umano la certezza secondo la quale esiste il matrimonio soltanto tra due persone di sesso diverso, che per mezzo della reciproca donazione personale, loro propria ed esclusiva, tendono alla comunione delle loro persone. In tal modo si perfezionano a vicenda, per collaborare con Dio alla generazione e alla educazione di nuove vite."

La forzatura pretestuosa di trarre dalla Scrittura elementi validi a legittimare "l'unione" tra persone di uguale sesso, è diabolica ed è perversione.

Questo non significa neppure legittimare l'uso della Scrittura per muovere guerra agli omosessuali!

La Scrittura dice già da sè stessa che laddove il progetto di Dio sull'uomo e sulla donna viene modificato da altre iniziative, è perversione, disordine, immoralità, peccato. Quanto alle singole persone coinvolte in questo dramma, la Chiesa agirà come fin dal primo secolo secondo la propria maternità che le è propria: ora agendo in modo severo, ora agendo in modo più misericordioso, ma avendo sempre avanti la verità che il rapporto tra persone dello stesso sesso non produce frutti, non è benedetto dalla Scrittura ed è disordine davanti alla creazione originale di Dio e quindi che ogni atto disordinato, non ordinato cioè dal progetto di Dio sull'uomo e sulla donna, è condannato senza alcun compromesso.

Chiariamo anche l'uso dei termini.

Dire "gay" per definire l'omosessuale è sbagliato, è una modalità che trae in inganno. Gay infatti non significa affatto "omosessuale" ma "allegro-gaio", significa appunto "felice di essere omosessuale", gaia fu definita anche la scienza in contrapposizione alla religione, è perciò diventato un sinonimo della fierezza di essere nell'errore.

Non esistono perciò i "diritti dell'allegro-gaio" se non prima aver imparato i doveri ai quali tutti, uomini e donne, siamo soggetti per il bene dell'umanità, per il futuro della società.

Potremo avanzare con un esempio pratico: potrebbe sopravvivere una città formata esclusivamente solo da uomini o da sole donne?

Ovvio che no! nel giro di un secolo, a dir bene, la città morirebbe perché non ci sarebbe la vita nascente.

Infatti vi è oggi la pretesa dell'adozione di figli altrui da parte di queste coppie che dimenticano, probabilmente, che essi stessi sono nati dal rapporto tra un uomo e una donna, mentre pretenderebbero oggi di imporre ai figli degli altri di crescere senza uno dei due genitori, senza la madre - nelle coppie solo maschili - e senza un padre - nelle coppie femminili - e il tutto definirlo "naturale, normale".

La società si fonda perciò sul rapporto tra un uomo e una donna, che ci sia poi convivenza fra persone dello stesso sesso rientra in quella dinamica che scaturisce dal rapporto normale, culturale, amicale fra le persone, ma che non può diventare per questo il fondamento "sponsale" della società essendo in sé sterile.

Dovere primario dell'uomo e della donna è dunque quella unione sponsale che porta al dono della vita, linfa vitale di ogni città e nazione.

Per questo l'Istituzione del nucleo familiare è uno di quei principi non negoziabili costituito da un uomo e una donna, cellula primaria della società.

E ancora, nel Documento sopra riportato leggiamo:

"A coloro che a partire da questa tolleranza vogliono procedere alla legittimazione di specifici diritti per le persone omosessuali conviventi, bisogna ricordare che la tolleranza del male è qualcosa di molto diverso dall'approvazione o dalla legalizzazione del male."

Tornando alla Bibbia non è affatto ipotizzabile, dunque, che vi siano modi diversi di intendere l'omosessualità.

Il peccato della sodomia non era certamente circoscritto esclusivamente alla deviazione omosessuale perché la praticavano anche le coppie etero, per questo San Paolo non condanna mai l'omosessuale da solo e in quanto tale, ma condanna esplicitamente l'atto sodomitico a chiunque ne faceva uso, soprattutto usa il termine di "effeminato" che vale ieri quanto oggi nei confronti di un atteggiamento volutamente ambiguo della natura umana, sterile, e che conduce alla soddisfazione di un rapporto che non produce nulla.

C'è poi l'aspetto creativo:

"In primo luogo l'uomo, immagine di Dio, è stato creato «  maschio e femmina » (Gn 1, 27). L'uomo e la donna sono uguali in quanto persone e complementari in quanto maschio e femmina. La sessualità da un lato fa parte della sfera biologica e, dall'altro, viene elevata nella creatura umana ad un nuovo livello, quello personale, dove corpo e spirito si uniscono.

Il matrimonio, poi, è istituito dal Creatore come forma di vita in cui si realizza quella comunione di persone che impegna l'esercizio della facoltà sessuale. « Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne » (Gn 2, 24)."

Nel Documento Persona Humana del 1975 sottoscritto da Paolo VI leggiamo:

"Certo, nell'azione pastorale, questi omosessuali devono essere accolti con comprensione e sostenuti nella speranza di superare le loro difficoltà personali e il loro disadattamento sociale. La loro colpevolezza sarà giudicata con prudenza; ma non può essere usato nessun metodo pastorale che, ritenendo questi atti conformi alla condizione di quelle persone, accordi loro una giustificazione morale. Secondo l'ordine morale oggettivo, le relazioni omosessuali sono atti privi della loro regola essenziale e indispensabile. Esse sono condannate nella sacra Scrittura come gravi depravazioni e presentate, anzi, come la funesta conseguenza di un rifiuto di Dio.(14) Questo giudizio della Scrittura non permette di concludere che tutti coloro, i quali soffrono di questa anomalia, ne siano personalmente responsabili, ma esso attesta che gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati e che, in nessun caso, possono ricevere una qualche approvazione."

la Nota 14 riporta il testo paolino:

Rm 1,24-27: «Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore sì da disonorare fra di loro i propri corpi, poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen. Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in sé stessi la punizione che si addiceva al loro traviamento». Cf. anche quello che Paolo dice a proposito degli uomini sodomiti e pervertiti in 1 Cor 6,10 e 1 Tm 1,10.

 

Le parole di San Paolo riferiscono invece proprio alla situazione del nostro tempo in cui la cultura detta omosessualista non solo è diventata recidiva ma sta imponendo attraverso l'ordinamento giuridico delle prese di posizioni inaccettabili che stanno frodando e ledendo il diritto dell'istituzione familiare composto da un uomo e una donna. Oggi più di ieri i veri cristiani devono opporsi alle leggi ingiuste di Cesare.

Il problema attuale è che non si tratta solo dell'imposizione da parte di Cesare, ma quanto il fatto che tale imposizione perviene purtroppo anche da ambienti che si dicono cristiani e cattolici i quali pretendono di sovvertire persino la Scrittura a loro vantaggio.

Non ci dilungheremo pertanto a riguardo degli strafalcioni che provengono da ambiente protestante, ci basta già preoccuparci di quanto si agita in casa nostra, accogliendo il famoso monito di Nostro Signore a riguardo della pagliuzza e della trave e del cieco che guida un altro cieco: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt'e due in una buca?...» (Lc.6,39-49).

E c'è anche una significativa Lettera della CdF per la cura delle persone omosessuali:

il termine "cura" prelude alla realtà che l'omosessualità non è mai definita una situazione normale nella stessa Scrittura.

Concludiamo questo approfondimento con le parole del medesimo Documento:

" 8. L'insegnamento della Chiesa di oggi è quindi in continuità organica con la visione della S. Scrittura e con la costante Tradizione. Anche se il mondo di oggi è da molti punti di vista veramente cambiato, la comunità cristiana è consapevole del legame profondo e duraturo che la unisce alle generazioni che l'hanno preceduta "nel segno della fede".

Tuttavia oggi un numero sempre più vasto di persone, anche all'interno della Chiesa, esercitano una fortissima pressione per portarla ad accettare la condizione omosessuale, come se non fosse disordinata, e a legittimare gli atti omosessuali. Quelli che, all'interno della comunità di fede, spingono in questa direzione, hanno sovente stretti legami con coloro che agiscono al di fuori di essa. Ora questi gruppi esterni sono mossi da una visione opposta alla verità sulla persona umana, che ci è stata pienamente rivelata nel mistero di Cristo. Essi manifestano, anche se non in modo del tutto cosciente, un'ideologia materialistica, che nega la natura trascendente della persona umana, così come la vocazione soprannaturale di ogni individuo.

I ministri della Chiesa devono far in modo che le persone omosessuali affidate alle loro cure non siano fuorviate da queste opinioni, così profondamente opposte all'insegnamento della Chiesa. Tuttavia il rischio è grande e ci sono molti che cercano di creare confusione nei riguardi della posizione della Chiesa e di sfruttare questa confusione per i loro scopi.

9. Anche all'interno della Chiesa si è formata una tendenza, costituita da gruppi di pressione con diversi nomi e diversa ampiezza, che tenta di accreditarsi quale rappresentante di tutte le persone omosessuali che sono cattoliche. Di fatto i suoi seguaci sono per lo più persone che o ignorano l'insegnamento della Chiesa o cercano in qualche modo di sovvertirlo. Si tenta di raccogliere sotto l'egida del cattolicesimo persone omosessuali che non hanno alcuna intenzione di abbandonare il loro comportamento omosessuale. Una delle tattiche usate è quella di affermare, con toni di protesta, che qualsiasi critica o riserva nei confronti delle persone omosessuali, delle loro attività e del loro stile di vita, è semplicemente una forma di ingiusta discriminazione.

È pertanto in atto in alcune nazioni un vero e proprio tentativo di manipolare la Chiesa conquistandosi il sostegno, spesso in buona fede, dei suoi pastori, nello sforzo volto a cambiare le norme della legislazione civile. Il fine di tale azione è conformare questa legislazione alla concezione propria di questi gruppi di pressione, secondo cui l'omosessualità è almeno una realtà perfettamente innocua, se non totalmente buona. Benché la pratica dell'omosessualità stia minacciando seriamente la vita e il benessere di un gran numero di persone, i fautori di questa tendenza non desistono dalla loro azione e rifiutano di prendere in considerazione le proporzioni del rischio, che vi è implicato. "

 

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