4 papi al prezzo di 1 prendi 4 e paghi uno
4 papi al prezzo di 1 prendi 4 e paghi uno
Premessa
L'articolo che segue è volutamente ironico ma non irriverente, non vuole far ridere, ma riflettere. Noi crediamo che tutti i Pontefici, specialmente dal già beato Pio IX e ai giorni nostri, siano davvero tutti "speciali", tutti hanno sofferto dure persecuzioni e sono stati fatti oggetto di scherno, vituperio ed anche oggetto di strumentalizzazioni ideologiche e del politicamente corretto e riteniamo Benedetto XVI un vero e grande Dottore della Chiesa.
Tuttavia altra cosa è la Canonizzazione.
Ci permettiamo di rimandare a questo link per comprendere il dramma di una riforma delle canonizzazioni di cui non ne avevamo affatto bisogno, anzi, come venivano fatte prima ci andava benone perché mai come ad oggi le canonizzazioni hanno suscitato tanta divisione e soprattutto contestazione, per non parlare dei dubbi.
Noi eviteremo le contestazioni non perché non ci sarebbero i motivi, ma perché sono fuori luogo ed inutili in questo o altri contesti.
Sappiamo bene di essere "voce di uno che grida nel deserto" e che nessun Vescovo, Cardinale o persino Papa ascolterà mai davvero la voce degli ultimi.
Vogliamo però dire la nostra per aiutare, chi la vuole capire, che quando la Beata Emmerich parla di una chiesa nella Chiesa, non dice il falso, e non saremo certo noi ad essere quest'altra chiesa solo perché non approviamo un metodo alquanto sbrigativo di fare oggi certe canonizzazioni e soprattutto, guarda il caso, tutte mirate alla concilio-mania....
L'irriverenza è quando si vitupera un Pontefice dicendo di lui delle falsità, o lo si prende in giro per il suo stile o se porta qualche difetto fisico sul quale si ci accanisce, quindi i vari idolatri della figura del Pontefice, della quale ne hanno fatto un idolo, una icona al posto di Cristo e della Chiesa stessa, sono avvisati ed invitati a leggere il seguente articolo con serenità e senza partigianeria, senza pregiudizi, ma restando ai fatti.
"... Ha sacrificato tradizioni di secoli..."
Chi? e per quale motivo?
Sfidiamo chiunque a riconoscere chi ha pronunciato queste parole, molti diranno "figurati, è un tradizionalista contro il Papa", no, ci spiace deludervi ma sono parole di Paolo VI riconoscendo "un sacrificio", quasi costretto a fare, in favore del popolo.
Tito Casini nella sua La Tunica stracciata, nonostante abbia fatto la bella profezia del ritorno della Messa di sempre, traccia un profilo drammatico sugli eventi che sta personalmente e comunitariamente vivendo in quegli anni e scrive:
"E ancora, ancora e più conscio (Paolo VI) della gravità di ciò che diceva: «È un sacrificio che la Chiesa ha compiuto della propria lingua, il latino; lingua sacra, grave, bella, estremamente espressiva ed elegante. Ha sacrificato tradizioni di secoli e soprattutto sacrifica l'unità di linguaggio nei vari popoli, in omaggio a questa maggiore universalità, per arrivare a tutti. ...» (1)
- e continua - Così aveva parlato e scritto il devoto suo antecessore Giovanni, dimenticando la sua nota mitezza per percuotere con le più dure parole e minacce chi avesse parlato o scritto, o lasciato, da Superiore o da Vescovo, che si dicesse o scrivesse in contrario, «contra linguam Latinam in sacris habendis ritibus»; così il suo ascetico predecessore, Pio XII; così il forte Pio XI; così tutti i sommi Pontefici - nel loro cognome di «romani» - con ragioni e sanzioni come quelle che la Veterum Sapientia confermava poc'anzi nel nome stesso della civiltà universale.
Tutti, fino a lui, e d'essere stato lui a spezzar la catena, a chiuder la tradizione, a privar la Chiesa di quella sua «propria lingua», pareva non essere interamente tranquillo, come di un cambiamento che i fatti avrebbero potuto giustificare o condannare: «Questo per voi, fedeli... e se saprete davvero...» (2)
E' lo stesso Paolo VI a spiegare le ragioni nel medesimo Angelus: " La Chiesa ha ritenuto doveroso questo provvedimento - il Concilio lo ha suggerito e deliberato - e questo per rendere intelligibile e far capire la sua preghiera. Il bene del popolo esige questa premura..."
Allora qui i conti non tornano perché a riguardo della lingua, per quanto sacrificata, è lo stesso Benedetto XVI che smentisce Paolo VI attraverso la Sacramentum Caritatis quando dice chiaramente, a riguardo delle Celebrazioni universali come quelle del Pontefice, dei Vescovi nelle loro cattedre o anche nelle Gmg:
" Quanto affermato non deve, tuttavia, mettere in ombra il valore di queste grandi liturgie. Penso in questo momento, in particolare, alle celebrazioni che avvengono durante incontri internazionali, oggi sempre più frequenti. Esse devono essere giustamente valorizzate. Per meglio esprimere l'unità e l'universalità della Chiesa, vorrei raccomandare quanto suggerito dal Sinodo dei Vescovi, in sintonia con le direttive del Concilio Vaticano II: eccettuate le letture, l'omelia e la preghiera dei fedeli, è bene che tali celebrazioni siano in lingua latina; così pure siano recitate in latino le preghiere più note della tradizione della Chiesa ed eventualmente eseguiti brani in canto gregoriano. Più in generale, chiedo che i futuri sacerdoti, fin dal tempo del seminario, siano preparati a comprendere e a celebrare la santa Messa in latino, nonché a utilizzare testi latini e a eseguire il canto gregoriano; non si trascuri la possibilità che gli stessi fedeli siano educati a conoscere le più comuni preghiere in latino, come anche a cantare in gregoriano certe parti della liturgia".(3)
Sappiamo bene che neppure Papa Francesco si è attenuto a queste raccomandazioni (alla sua prima Gmg in Brasile ha usato il latino solo una volta per l'ultimo Angelus, per non parlare dei canti, degni di una macumba caraibica con vescovi ridicoli che ballavano e si agitavano come oche starnazzanti, avete presente il ballo del qua, qua?), norme che non rispettava prima figuriamoci oggi da Pontefice, per questo preferiamo un pò ironizzare, facendo emergere queste contraddizioni, piuttosto che fare un articolo di contestazione che tanto nessuno ti ascolta lo stesso.
E qui ci fermiamo.
Per comprendere meglio dobbiamo ora leggere alcuni passi dall'intervista tenuta dal Pontefice di ritorno dal Brasile, sull'aereo:
Parte la domanda: lei canonizzerà due grandi Papi: Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Vorrei sapere qual è - secondo lei - il modello di santità che emerge dall’uno e dall’altro e qual è l’impatto che hanno avuto nella Chiesa e in lei.
Risponde Papa Francesco:
"Giovanni XXIII è un po’ la figura del “prete di campagna”, il prete che ama ognuno dei fedeli, che sa curare i fedeli e questo lo ha fatto da vescovo, come nunzio. Ma quante testimonianze di Battesimo false ha fatto in Turchia in favore degli ebrei! E’ un coraggioso, un prete di campagna buono, con un senso dell’umorismo tanto grande, tanto grande, e una grande santità. (..)
Poi quello del Concilio: è un uomo docile alla voce di Dio, perché quello gli è venuto dallo Spirito Santo, gli è venuto e lui è stato docile. Pio XII pensava di farlo, ma le circostanze non erano mature per farlo. Credo che questo [Giovanni XXIII] non abbia pensato alle circostanze: lui ha sentito quello e lo ha fatto. Un uomo che si lasciava guidare dal Signore". (4)
Fermiamoci un momento.
Quindi per essere canonizzati oggi basta dare false testimonianze per salvare qualcuno; avere senso dell'umorismo e naturalmente avere aperto un Concilio. Se non conoscessimo certa umiltà di Papa Francesco, nel senso che sappiamo che quando parla crede davvero quello che dice ed è onesto nel pensarlo, noi che siamo "brutti, sporchi e cattivi" e per nulla umili oseremo dire che Pio XII si è giocato la canonizzazione per averlo solo pensato il Concilio, ma non ebbe poi il coraggio di farlo: Giovanni XXIII non ha pensato alle circostanze, sottolinea Francesco, Pio XII si. Il primo si è lasciato guidare dalle circostanze e quindi ha tentennato (anche se prima ammette che queste non erano mature) e non ha aperto il Concilio, il secondo Giovanni XXIII si è lasciato invece guidare dal Signore e quindi va canonizzato! Perché non dire invece la delusione che animò gli ultimi giorni il Pontefice a causa dell'andazzo che aveva preso il Concio e che voleva fosse chiuso al più presto? Perché non dire allora della Messa che aveva già riformato e per la quale non v'era alcuna necessità di creare una nuova liturgia come fa trasparire Paolo VI che parla di "costrizione"? Una Messa che Paolo VI invece vietò! Come si fa a canonizzare e beatificare Papi senza chiarire le mille contraddizioni che li circondano?
Vi è da aggiungere che, primo caso nella storia, Papa Francesco che non ama essere chiamato Sommo Pontefice e non si firma tale, ama però usare il potere temporale tanto da dichiarare questa Canonizzazione senza la necessità di alcun miracolo, insomma sì, di diritto pontificio. A noi questo va pure bene, senza alcun dubbio il Papa può farlo, ma perché allora non usare lo stesso metodo per Leone XIII o per lo stesso Pio XII? Che sia ben chiaro, qui abbiamo una bella età e abbiamo conosciuto Giovanni XXIII, un Pontefice davvero "santo", ciò su cui vogliamo ironizzare sono i metodi assunti dalla "nuova Chiesa moderna" dato che neppure il Concilio ha mai parlato di modificare i processi di canonizzazione, questo è avvenuto dopo.
Sono le motivazioni che non convincono, di questo passo nel 2017 si potrà beatificare Lutero senza neppure attendere la conversione alla Chiesa da parte dei suoi discepoli, e a quando una bella beatificazione di un Patriarca ortodosso? Atenagora, per esempio, perché non beatificarlo, non è forse lui che ha tolto le scomuniche alla Chiesa Romana? Si offenderebbe forse la Chiesa di Bartolomeo o di Kirill? E perchè non beatificare Martin Luther King o Ghandi, in fondo è stato ucciso ed era un non violento, si è lasciato uccidere in nome della pace, terrena.
La domanda conteneva delle richieste: il modello di santità che emerge tra i due neo candidati e l'impatto che hanno avuto nella Chiesa e nel Papa stesso.
Fino a qui ci pare una risposta del tutto personale di Francesco, poco utile davanti ad un serio processo di Canonizzazione di vecchio stampo, forse erano troppo severi, ma quelli che uscivano fuori da lì, erano a prova di dubbio e non dividevano la Chiesa. Quindi di fatto il Papa non risponde direttamente alle domande, ma ci gira attorno.
Veniamo al seguito della risposta:
"Di Giovanni Paolo II mi viene di dire “il grande missionario della Chiesa”: è un missionario, è un missionario, un uomo che ha portato il Vangelo dappertutto, voi lo sapete meglio di me. Ma Lei quanti viaggi ha fatto? Ma andava! Sentiva questo fuoco di portare avanti la Parola del Signore. E’ un Paolo, è un San Paolo, è un uomo così; questo per me è grande".
Qui finisce la risposta del Papa. Una canonizzazione impostata su quanti viaggi vengono fatti? Se questo è il nuovo criterio, tutti i Papi Santi del passato andrebbero degradati all'istante! Altra motivazione: "è stato un missionario". Su questo non ci piove, ma quanti altri missionari ci sono nella Chiesa e di Papi che senza muoversi (perché i tempi non erano maturi) hanno viaggiato attraverso il loro mirabile Magistero? Leone XIII non è mai andato a Pompei eppure con Bartolo Longo - beatificato - quell'opera l'ha tirata su lui accompagnandola con ben 35 scritti sul Rosario e sovvenzionando le opere di carità. Ma non sarà che la scusa dei "tempi non maturi" si fa una sorta di prendi 4 e paghi 1 e tutti felici e contenti?
Continua infatti Papa Francesco nell'intervista:
"E fare la cerimonia di canonizzazione tutti e due insieme credo che sia un messaggio alla Chiesa: questi due sono bravi, sono bravi, sono due bravi. Ma c’è in corso la causa di Paolo VI ed anche di Papa Luciani: queste due sono in corso. Ma, ancora una cosa che credo che io ho detto, ma non so se qui o da un’altra parte: la data di canonizzazione. Si pensava l’8 dicembre di quest’anno, ma c’è un problema grosso; quelli che vengono dalla Polonia, i poveri, perché quelli che hanno i mezzi possono venire con l’aereo, ma quelli che vengono, i poveri, vengono in bus e già a dicembre le strade hanno il ghiaccio e credo che si debba ripensare la data.
Io ho parlato con il cardinal Dziwisz e lui mi ha suggerito due possibilità: o Cristo Re di quest’anno, o la Domenica della Misericordia del prossimo anno. Credo che sia poco tempo Cristo Re di quest’anno, perché il Concistoro sarà il 30 settembre e a fine d’ottobre c’è poco tempo, ma non so, devo parlare con il cardinal Amato su questo. Ma credo che l’8 dicembre non sarà".
Sono bravi, tre hip hurrà, il massimo della nuova infallibilità papale! Mentre Pio XII non era tanto bravo eh! Lui ha tentennato, non ha osato, avrebbe dovuto far maturare i tempi con il suo potere.
Ma qui c'è poco da ironizzare. Santità il Calendario Liturgico della Riforma del Concilio modificò, appunto, tutte le Feste togliendo le Feste mariane che cadevano di Domenica per non "oscurare" il senso pasquale della Domenica; sono state abolite tutte le Feste Liturgiche, quelle poche che sono rimaste perché oscurarle con delle Canonizzazioni? L'8 Dicembre è la Festa di Maria Immacolata, cade una volta sola all'anno, perché privare i fedeli di questa Liturgia e non lasciare le Canonizzazione in altra occasione? Non dubitiamo della buona fede e della solita solfa: "eh ma quale giorno migliore dedicato a Maria per sottolineare la grandezza dei suoi figli? Maria non si offende, è felice!" Non lo mettiamo in dubbio, non parliamo di "lesa maestà" o di offesa a Maria, ma semplicemente di inopportunità, che avendo una sola occasione all'anno per festeggiare degnamente Maria, quel giorno perderebbe il senso mariano per la mediaticità tutta concentrata sui candidati canonizzati. Allora perché non usare il 25 gennaio, festa della conversione di San Paolo? Eh ma quello è un incontro con i fratelli separati, non si può mica offenderli con delle canonizzazioni! Ma poi, noi gli ultimi del gregge non contiamo nulla, al Papa non si danno consigli.
Eppure Francesco sempre sull'aereo nell'intervista ha detto:
" Per esempio, a me piace quando una persona mi dice: “Io non sono d’accordo”, e questo l’ho trovato. “Ma questo non lo vedo, non sono d’accordo: io lo dico, Lei faccia”. Questo è un vero collaboratore. E questo l’ho trovato, in Curia. E questo è buono. Ma quando ci sono quelli che dicono: “Ah, che bello, che bello, che bello”, e poi dicono il contrario dall’altra parte… Ancora non me ne sono accorto"
Quindi, anche se poi è Francesco stesso a dire che alla fine si fa come dice lui, possiamo dire con serenità: "Santo Padre, non siamo d'accordo", saremmo anche felici di poterle spiegare le motivazioni, ma ci accontentiamo del suo consiglio, mai parlare di lei alle spalle, siamo contro certo "potere clericale" come lei stesso ha denunciato in Brasile.
Chi è questo Papa del quale diciamo "4 al prezzo di 1, prendi 4 e paghi 1"?
Naturalmente ci riferiamo al grande San Pio X.
Santità, abbiamo come il dubbio e il sospetto che le vere motivazioni per cui si parte con due e a breve con 4 Papi di fila beati e Santi, vogliono stranamente in qualche modo canonizzare il Concilio Vaticano II e dare testimonianza che i Santi del passato appartengono al loro passato e che non hanno più nulla da spartire con la Chiesa di oggi, a cominciare così dall'ultimo Papa ad oggi canonizzato con un processo vero, severo come si facevano una volta, San Pio X il quale ha avuto in sorte (provvidenziale o colpa? Dio solo lo sa) di essere stato scelto da mons. Lefebvre per aprire il suo primo Seminario antimodernista. Diciamo la verità, perché i dubbi e il dubitare non è peccato dopo che un Papa ci ha detto pure che " a me piace quando una persona mi dice: “Io non sono d’accordo”, i dubbi vengono e sono tanti e non troppo distanti dalla realtà dei fatti: Messe nella forma straordinaria vietate; Francescani dell'Immacolata commissariati; abolito il latino nelle Messe del Pontefice; sacerdoti che ballano durante la messa o che fanno della messa il loro teatro restano al loro posto, un don Gallo abortista che ha portato delle prostitute ad abortire e favorevole alle unioni gay viene beatificato con un funerale da principe (non ha detto lei che i principi non gli piacciono?), mentre un frate che dice Messa antica viene bandito e crocefisso, e l'elenco è lungo, ma abbiamo promesso di non fare polemiche, questi sono solo accenni a dei fatti concreti, come quello di osannare un movimento laicale salvo poi augurarsi la morte di qualche monastero o di qualche Ordine religioso perché "troppo antico".
Volevamo ironizzare sulla scelta di 4 Papa di fila solo perché "Papi del Concilio Vaticano II" al prezzo di uno, dell'ultimo vero Papa Santo se non altro per la severità e la serietà del processo e dei miracoli richiesti, prove schiaccianti che nessuno può mettere in dubbio, ma non siamo riusciti perché alla fine non c'è nulla da ridere e non vogliamo né essere ipocriti e neppure irriverenti, una Canonizzazione impegna il Pontefice nella sua infallibilità e chi vorrà continuare ad essere cattolico dovrà subire in silenzio.
Forse ora comprendiamo anche il silenzio della Chiesa sulla legge contro l'omofobia, in fondo il Papa l'ha detto chiaramente sempre nell'intervista:
Papa Francesco: "La Chiesa si è già espressa perfettamente su questo. Non era necessario tornarci, come non ho parlato neppure della frode, della menzogna o di altre cose sulle quali la Chiesa ha una dottrina chiara!
Patricia Zorzan: Ma è un argomento che interessa ai giovani…
Papa Francesco: Sì, ma non era necessario parlare di questo, bensì delle cose positive che aprono il cammino ai ragazzi. Non è vero? Inoltre, i giovani sanno perfettamente qual è la posizione della Chiesa!
Patricia Zorzan:Qual è la posizione di Vostra Santità, ce ne può parlare?
Papa Francesco:Quella della Chiesa. Sono figlio della Chiesa!
Bisogna perciò parlare solo delle cose positive, il resto è superfluo (anche se siamo grati al Papa per aver detto chiaramente quale sia il suo pensiero, ora ci auguriamo solo che la Chiesa "non cambi" su queste dottrine, perché in questo senso siamo anche noi, gli ultimi, figli della Chiesa bimillenaria), e quale evento migliore di due canonizzazioni per descrivere una Chiesa felice, paradisiaca ed in festa nonostante tutto? Ma non era meglio canonizzare un pò di cattolici massacrati da anni in Africa in Pakistan, in India, in Siria, in Libano, e via altrove? Ah! ma che incoscienti, questa è politica scorretta! Meglio tacere!
Santità, ci creda, questo articolo non è contro di Lei, noi stiamo sempre con il Papa, ci sopporti perché crediamo davvero nella sua buona fede e nella sua bontà, ci conceda di chiudere con due battute o aneddoti se preferisce che prendiamo proprio dal sito ufficiale dei gesuiti in Italia (attualmente in rifacimento), confidando così più nella tradizionale misericordiosa ironia dei Gesuiti che non del loro pericoloso, ed altrettanto tradizionale, governare.
La prima:
D. Che cosa fanno dieci gesuiti attorno a un tavolo?
R. Quindici opinioni differenti.
La seconda:
Betlemme anno zero. Tutti gli ordini vanno ad adorare il Bambino.
- Iniziano i francescani: "Che meravigliosa povertà! Senza alcun dubbio questo Bambino sarà il re dei poveri!"
- Poi i domenicani: "Questo Bambino è davvero il Verbo incarnato. Non c'è dubbio, sarà il re dei predicatori!"
- Poi i salesiani: "Questo Bambino è la Sapienza di Dio. Diventerà il re degli educatori!"
- Poi i benedettini: "Gli angeli cantano per Lui la lode perenne di Dio con Inni celestiali. Non c'è dubbio, sarà il re dei liturgisti!"
- Arrivano i gesuiti: in due, come prescritto dalle regole.
Il primo dice: "Mmmah, questo Bambino sembra intelligente. Con una buona raccomandazione potrebbe entrare in uno dei nostri collegi..."
E l'altro di rimando: "Ma non hai sentito cos'hanno detto gli altri?
. I suoi sono poveri, non potranno mai permetterselo...
. E' un Bambino loquace, non tacerà...
. Prenderà il posto dei nostri educatori....
. Dirigerà Lui la Liturgia... datemi retta, non raccomandiamolo e lasciamo che si compia il Suo destino....!"
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Note
1 - La Tunica stracciata di Tito Casini
2 - Angelus di Paolo VI 7 marzo 1965
3 - Sacramentum Caritatis Benedetto XVI n.63
4 - Conferenza Stampa Papa Francesco e giornalisti