R: Una domanda sul termine clericale

Data: 11.01.2013 | Autore: Lo Staff del Blog

Gentile Stella la ringraziamo per la sua domanda che suscita in noi una profonda gratitudine per l'attenzione posta allo scopo del Blog. Nel rispondere a lei siamo certi di fare cosa gradita all'ospite che ci ha posto lo stesso quesito il 4 gennaio, postato sotto.
Il termine "Clero" che viene dal greco Kleros e che segnifica, dalla radice -Kla -"rompere,spezzare" e "porzione ereditaria", la troviamo usata per "divisione di campi fatta dal condottiero di una colonia o di un paese conquistato, ed in Callimaco più genericamente lo troviamo per sottolineare il senso di terra o paese ove s'è fissata una nazione".
Questa la citazione tratta dall'etimologia del termine.
Come vediamo non ha nulla da vedere con il Vangelo. Lo troviamo invece in una similitudine dei Leviti quando, esclusi dalla spartizione della terra di Canaan fra le tribù d'Israele, ebbero tuttavia l'eredità tramandata dell'ufficio sacerdotale, da qui il termine stesso "casta sacerdotale" perchè il sacerdozio lo si tramandava da parte di padre.
Esiste anche uno studio che racconta come i primi cristiani della chiesa greca chiamassero KLEROS il ceto incaricato del governo della comunità ritenuti "eletti", ossia chiamati, ad imitazione dei magistrati civili per mantenere l'ordine nella comunità.
Infine esiste il testo più antico ed importante attraverso il quale si parla ufficialmente della differenza fra "chierici e laici", ed è il testo di Tertulliano del III secolo. Da qui l'uso entrato nella Chiesa del termine "Chierico".
Il termine Prete viene da Presbitero (qui si allaccia al termine presbiterio, la zona alta della navata centrale in cima alla Chiesa nella quale si celebra il Divino Ufficio della Messa) e proviene dal termine "anziani" usato nelle lettere apostoliche del Nuovo Testamento.
Prete infatti significa: "il più vecchio, il più provetto di età ". Fin dal primo secolo venne ad indicare colui che, inviato dagli apostoli ma non vescovo-anziano (=vigilante-sentinella) associato al collegio, esercitava la funzione di ministro della religione in assenza degli Apostoli nelle comunità. Dopo la Pentecoste infatti, capi delle comunità cristiane erano messi quegli anziani che meglio avevano appreso dagli Apostoli le regole della fede cristiana e quindi davano un senso di affidabilità e credibilità per mantenere un certo ordine religioso-dottrinale.
Una prova inconfutabile la troviamo nella famosa Lettera ai Corinti di Papa Clemente, prima dell'anno 100 nella quale si sottolinea l'importanza della obbedienza dei fedeli ai presbiteri "inviati dai vescovi", e ai presbiteri raccomanda l'obbedienza ai vescovi e l'unità dottrinale.
Possiamo dire tranquillamente che nei primi secoli i due termini convivessero in modo pacifico, ma è nel "presbiterato" che la Chiesa consegna il mandato, l'Ordine Sacro (il primo è il diaconato) e mentre il presbitero-prete sottolinea il mandato ad esercitare il proprio ministero sacro, con il termine clero si è rimasti ad indicare l'appartenenza ad un gruppo che esercita un ruolo differente da quello dei laici.
Da qui si comprende la differenza con i sacerdoti ordinati all'interno delle comunità monastiche e degli Ordini religiosi come i francescani, carmelitani, domenicani, ecc... questi non sono parte del "clero" con il quale si fa distinzione tra i presbiteri operativi in diocesi alle dipendenze dirette del vescovo e i religiosi-sacerdoti che restando indipendenti nelle loro comunità, prestano fedeltà alla Chiesa e sono messi a servizio del vescovo del luogo ove risiedono.
Provenendo lei dal mondo protestante saprà bene che dopo l'avvento di Costantino e con il Sacro Romano Impero il termine Clero assumerà un potere temporale che laddove per certi aspetti fu tuttavia legittimo e necessario, per altri aspetti dette origine a quel famoso "potere clericale" che fu sempre una spina al fianco della Chiesa stessa.
Non è questo lo spazio adatto per affondare nell'argomento, ma le assicuriamo un articolo più dettagliato appena ciò sarà possibile.
Qui possiamo concludere che l'uso dei due termini: Clero e Prete sono legittimi, ciò che dobbiamo distinguere è il potere sacro e il potere clericale-profano (la rincorsa al potere, alla carriera, agli abusi di potere, ecc...) come è stato spiegato nell'articolo con lo stesso titolo che invitiamo ad approfondire.
Cordiali saluti,
lo Staff del Blog.

Nuovo commento