R: Confessione e obbedenza al sacerdote

Data: 22.01.2013 | Autore: Lo Staff del Blog

Gentile Alessandrini, le sue domande ci fanno piacere e tristezza insieme: piacere perchè le sue domande sono un sintomo di attenzione a questi problemi che riguardano la nostra anima, perciò non si scoraggi e continui sempre a cercare la verità; tristezza perchè constatiamo insieme la grave apostasia che dilaga nella Chiesa a causa della disobbedienza, della superbia, del relativismo e della fede fai da te anche in questi Sacerdoti. Preghiamo sempre per loro.
Per rispondere alle sue domande dobbiamo chiarire che il Sacerdote agisce in Persona Christi quando compie un atto sacramentale, in questo caso quando esprime le parole dell'assoluzione, così come quando nella Messa esprime le parole della Consacrazione imponendo, in entrambe le mani.
Nel dare l'assoluzione infatti il Sacerdote non dice "io, tizio, ti assolvo...." ma dice: "...Dio, Padre di misericordia (..), per la remissione dei peccati, ti conceda, mediante il ministero della Chiesa, il perdono e la pace. E io ti assolvo dai tuoi peccati nel nome del Padre + e del Figlio + e dello Spirito Santo +."
E' chiaro per tanto che l'assoluzione è possibile solo alle condizioni stabilite dalla Chiesa e non dal Sacerdote, e qualunque sacerdote che assolvesse partendo dalle sue condizioni stabilite a seconda delle sue opinioni personali, seppur valido il gesto perchè fatto appunto in nome della Chiesa, rischia di renderla un sacrilegio, una profanazione e una perdita della Grazia al penitente il quale, non riuscendo a comprendere la gravità del suo stato e ricevendo l'assoluzione quando non la meriterebbe o perchè risulta essere insufficiente la confessione e la conversione stessa, resterebbe nel suo stato di peccato, rischiando anche l'Inferno se dovesse morire senza vero pentimento e senza assoluzione.
Perciò un Sacerdote agisce in Persona Christi solo quando compie quegli atti attraverso i quali è Cristo in persona che interviene nel mistero glorioso della Santissima Trinità. Nel momento in cui un Sacerdote parlasse, per esempio l'omelia, una catechesi, o appunto nel confessionale esprimendo le sue opinioni dissociate dal Magistero della Chiesa, lontano da quanto Ella ha stabilito, quanto dice non va assecondato, ascoltato o obbedito. Mentre a riguardo dell'assoluzione dei peccati, purchè egli sia legittimato dalla Chiesa, essa è valida, per questo si parla di sacrilegio, offesa, profanazione.
Quindi possiamo rispondere alle sue domande in questo modo:
a) io da laico conosco poco la dottrina e devo fidarmi di lui;
- rispondiamo che non è più il tempo di ignorare cosa la dottrina dice e i laici dovranno fare un grande sforzo, che è anche un atto di vera carità, nello studiare il Catechismo della Chiesa. Ci si affidi al Magistero Ecclesiale integralmente e non solo a pezzetti. Siamo forse nel tempo in cui tocca ai Laici-fidelis insegnare ai Sacerdoti la vera dottrina? Noi facciamo la nostra parte da Laici-fidelis anche in virtù di quel sacerdozio comune ricevuto nel Battesimo. Se abbiamo dei dubbi, non assecondiamoli, ma andiamo alla radice dei problemi combattendo la buona battaglia che non contro il prete ma contro le eresie.
b) se anche dei laici si fossero lamentati della situazione e il vescovo non lo ammonisce e lui non cambia;
- rispondiamo che, usando la preghiera, la pazienza, la informazione, la perseveranza e lo studio della dottrina, alla fine si troverà la via d'uscita e la ricomposizione del torto: Dio non ci abbandona. Bisogna coinvolgere più fedeli e far giungere, con somma carità ed educazione, al Vescovo i fatti concreti. Qui invitiamo a leggere la Redemptoris Sacramentum nella quale Giovanni Paolo II ricorda ai fedeli il dovere e il diritto di richiamare l'attenzione della Santa Sede in quei casi in cui sacerdoti e Vescovo del luogo (pur consultati, avvisati e ripetutamente messi al corrente dei fatti) non si adoperassero per la difesa della dottrina e la correzione degli errori e degli abusi.
c) se egli continua a dire che il magistero è in continua evoluzione ?
- rispondiamo che qui occorre mantenersi saldi nella dottrina della vera fede e spiegare che il Magistero non è affatto in evoluzione nel senso che cambia ad ogni stagione, ma che si evolve, ossia cresce con la Chiesa e nella Chiesa portando con sè la dottrina stabilita dalla Chiesa sull'etica e sulla morale, sui comportamenti del Cristiano e dello stile di vita che deve avere a similitudine di Gesù Cristo, della Vergine Santa e di tutti i Santi.
Gesù stesso si è raccomandato perchè fossimo perseveranti nella fede, nella preghiera, nella fedeltà ai Comandamenti e san Paolo ci ha messi in guardia dai venti delle mode e delle nuove dottrine.
Perdoni lei a noi per la lunga risposta, ma doverosa.
Cordiali saluti,
lo Staff del Blog.

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