Benedetto XVI la Rinuncia e San Gregorio Nazianzeno

28.02.2013 14:27

(Benedetto XVI da San Celestino)

 

Rinuncia del Papa e san Gregorio Nazianzeno

Vista la drammatica situazione in cui ci troviamo, e pur non volendo nutrire le voci mediatiche che si pongono contro la scelta del Papa accusandolo quasi di "lesione al ruolo Petrino", oppure all'opposto, di stolti progressisti atti a rivendicare un cambiamento radicale del ruolo di Pietro che possa, con il futuro Pontefice modificare a suo piacimento la dottrina della Chiesa su svariati argomenti, oppure divagando su una serie di artificiosi articoli tendenti ad interpretare l'interpretabile, ci sembra comunque un dovere non tacere e rivolgere a noi stessi e a voi lettori articoli di riflessione lasciando aperta quella porta del Mistero che vede sempre e comunque lo Spirito Santo artefice e guida della Sposa di Cristo.

 

Vogliamo riportare dal sito Orizzonti Cristiani, questo eccellente passo che vogliamo fare nostro:

 

I precedenti in realtà sono abbondanti e molto significativi, ma non tanto nella storia dei papi, quanto nelle biografie dei padri della Chiesa antica. I grandi vescovi e teologi dei primi secoli, cresciuti in un mondo pagano e in uno spirito laico, non avevano certamente remore e sfumature nel parlare del proprio rapporto con le cariche ecclesiastiche, descritte come una tentazione da sfuggire in ogni modo.

Vi era in questo “elogio della fuga” un duplice intento, quello di evitare la tentazione del potere e quello di affermare la superiore dimensione mistica della “fuga mundi”, soprattutto a partire dal diffondersi del monachesimo nel IV secolo.

Potremmo ricordare tanti nomi della Chiesa d’Oriente e d’Occidente, da sant’Atanasio di Alessandria a sant’Agostino di Ippona, ma forse la testimonianza più adatta a comprendere il gesto del papa attuale è quella di san Gregorio Nazianzeno, grandissimo teologo e letterato della seconda metà del IV secolo in Cappadocia, che dopo essersi più volte sottratto alla carica episcopale fu “costretto” ad accettare quella più prestigiosa del tempo, il patriarcato di Costantinopoli.
Con la sua parola, i suoi famosi “discorsi teologici”, riconquistò alla vera fede un popolo quasi interamente traviato dall’eresia ariana, permettendo la celebrazione di uno dei più importanti Concili della storia della Chiesa, il Costantinopolitano I del 381, il cui simbolo di fede si ripete ancora oggi a memoria in tutte le chiese. Queste furono le sue accorate parole, alla fine di quello straordinario servizio alla Chiesa universale:

 

 « Lasciatemi riposare dalle mie lunghe fatiche, abbiate rispetto dei miei capelli bianchi ...

Sono stanco di sentirmi rimproverare la mia condiscendenza, sono stanco di lottare contro i pettegolezzi e contro l'invidia, contro i nemici e contro i nostri. Gli uni mi colpiscono al petto, e fanno un danno minore, perché è facile guardarsi da un nemico che sta di fronte.

Gli altri mi spiano alle spalle e arrecano una sofferenza maggiore, perché il colpo inatteso procura una ferita più grave (...)

Come potrò sopportare questa guerra santa?

Bisogna parlare di guerra santa così come si parla di guerra barbara. Come potrei riunire e conciliare questa gente? Levano gli uni contro gli altri le loro sedi e la loro autorità pastorale e il popolo è diviso in due partiti opposti (...) Ma non è tutto: anche i continenti li hanno raggiunti nel loro dissenso, e così Oriente e Occidente si sono separati in campi avversi” (Discorsi 42, 20-21) ».

 

 Anche Benedetto XVI può a buon diritto essere inserito nella lista dei padri della Chiesa contemporanea. Come Gregorio passò gli ultimi anni della sua vita nel silenzio e nella preghiera, componendo meravigliose poesie, così Joseph Ratzinger pregherà per noi, forse scrivendo testi altrettanto meravigliosi, lodando il Signore con il suo pianoforte e il suo sorriso.

P. Stefano Caprio

 

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Si potrebbe essere pignoli e dire: ma san Nazianzeno non era il Papa e non era Vicario di Cristo, non era il successore di Pietro ..

Questo naturalmente detto fra noi perchè poi le polemiche stanno a zero davanti ai progetti di Dio del quale leggiamo: Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie - oracolo del Signore (Is.55,8), e perché il senso stesso delle parole di san Gregorio Nazianzeno sono davvero le stesse che potrebbe pronunziare Papa Benedetto XVI per il nostro oggi.

Noi crediamo che la legittimazione dell'atto vada cercato anche nel come è mutato il ruolo del Papa da dopo il Concilio.

Prima i Papi non erano soggetti a spostamenti così vertiginosi e continui, non a caso dopo il Concilio di Trento e con la scoperta dell'America, il Papa invia i Nunzi apostolici per sostituirlo, non c'erano le Gmg e non c'era la necessità del Papa di "farsi vedere". Per non parlare di lunghissime Sedi Vacanti, persino due anni senza Pietro.

Con Paolo VI le cose cambiano, vedasi il gesto della Tiara che infatti non è mai stata abolita, ma che da allora lascia al Successore di Pietro la libertà se usarla o meno. Paolo VI "venderà" per altro la "sua" tiara, quella che gli regalarono i milanesi, e non ha mai venduto quelle appartenenti alla Sacrestia pontificia.

Il tarlo di una certa collegialità (tarlo, termine usato da Ratzinger nella presentazione del documento Communionis Notio e che più avanti tratteremmo con un articolo specifico) infiltrandosi cercherà di portare il ruolo petrino alla pari con gli altri vescovi.

Un tarlo che queste dimissioni, questa rinuncia, ripropone da parte di quelli che vogliono vedere nel gesto del Papa solo un marciume in atto a modificare il ruolo petrino.

Certo è che con Paolo VI il ruolo del Pontefice è cambiato, è diventato quasi un ruolo ad personam, un pò complici i Media che strumentalizzano parole e gesti di un pontefice adattandolo alle esigenze laiciste.

Un esempio lo abbiamo avuto con la malattia di Giovanni Paolo II. Egli ebbe il merito e come compito divino-pastorale di radunare i giovani dopo averli tolti dalle piazze ideologiche e partitiche. Il suo Successore, Benedetto XVI, ha avuto il compito di istruire alla vera dottrina questi giovani compiendo così anche una sorta di selezione naturale nella quale ci sono stati anche molti abbandoni dopo la morte del Pontefice.

Ma il Papa all'ultima Udienza del Mercoledì è stato chiaro, per chi vuole ben intendere questo gesto epocale: non è abbandonare la Chiesa.

Il Papa non è un superman come i Media avevano identificato nel suo predecessore.... e quindi è legittimamente suscettibile di rinuncia laddove le sue forze non fossero in grado di tenere il passo con le esigenze che spesso sono proprio mediatiche.

A luglio c'è la GmG e il Papa giustamente è preoccupato: andare o non andare? e in quale stato? in carrozzella attirando su di sè l'attenzione mediatica?

non è da Ratzinger....

Ha capito che sopraggiungendo la dura vecchiaia, i Media avrebbero cominciato a fare le pulci alla sedia a rotelle (non dimentichiamo i commenti acri, acerbi, quando Benedetto XVI salì per la prima volta sulla pedana mobile, catturando le prime pagine dei giornali con commenti davvero diabolici), ad ogni movimento del suo corpo, alla voce sempre più flebile.... una radiografia odiosa che tutti ben ricordiamo con il predecessore, che senza sua colpa il Papa era diventato una sorta di feticcio da adorare perchè malato e quindi DA COMPATIRE.


Noi crediamo che Ratzinger odi quella compassione laicista e mediatica alla quale non vuole offrire la sua vita.

Infine crediamo che Benedetto XVI abbia così lanciato un messaggio forte ai Cardinali: occorre un Papa forte ed energico per far fronte alle derive del mondo e non per compiacerle come certi commenti progressisti hanno avanzato!

Lui in 8 anni ha deposto ben oltre 20 vescovi dalle loro postazioni, l'ultima rinuncia l'ha accolta da O'Bryan....

Ora tocca al nuovo Papa! E noi siamo fiduciosi e crediamo che lo Spirito Santo avrà l'ultima parola allor quando il sacrificio, questo martirio bianco di Papa Benedetto, eleverà al Cielo (insieme al Popolo veramente santo e che solo Dio sa riconoscere come tale), suppliche e preghiere per le quali ci consola sapere dalla parola di Dio che:

"a causa degli eletti quei giorni saranno abbreviati" (Mt.24, 22).

 

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